In quale modo mangiamo la pizza ci dirà molto su di noi

“La metafora della pizza per spiegare che ognuno di noi è il prodotto della propria famiglia di origine”

 Aristotele definisce l’essere umano come un animale sociale, in quanto tende ad

aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società. 

L’essere umano è animale sociale perché la società è la condizione sine qua non per l’esplicazione della propria personalità.

Quindi “stare nella relazione” è fondamentale perché viviamo di relazioni e, nelle relazioni, troviamo la nostra definizione e il nostro ruolo. 

Le prime relazioni che viviamo da bambini sono all’interno della famiglia, da qui ne deriva uno degli assunti principali della psicoterapia sistemico-relazionale: ognuno di noi è il prodotto della propria famiglia di origine

Cercherò di spiegarti questo concetto molto importante attraverso “la metafora della pizza”, che uso sempre in studio.

Quando, da piccoli, ci viene presentata per la prima volta una pizza, non sappiamo come mangiarla. Possiamo farci delle idee ma non sappiamo effettivamente come fare, sappiamo solo che ci serve la bocca. Poi mamma e papà ci insegnano che si prende coltello e forchetta e non ci si sporca le mani perché è maleducazione. Impariamo a mangiare la pizza con coltello e forchetta tagliandola a spicchi e manteniamo questo comportamento anche quando cresciamo fino a quando, durante la nostra adolescenza, veniamo invitati a mangiare la pizza a casa di amici. In questa famiglia, la pizza viene mangiata tagliando in cerchio la parte centrale e tenendo per ultima la crosta circolare avanzata. 

A questo punto ci domandiamo: “Allora esiste anche un altro modo di mangiare la pizza oltre a quello che mi hanno insegnato i miei genitori e che ho sempre visto fare fino ad ora?”. 

Ed è proprio in questo momento che noi adolescenti, tutti gli adolescenti, si rendono conto che ci sono anche altri modi per mangiare la pizza, non solo quello appreso in famiglia di origine. 

Ora l’adolescente ha tre possibilità: continuare a mangiare la pizza tagliata a spicchi come gli è stato insegnato, iniziare a mangiarla come i suoi amici oppure inventarsi un modo tutto suo e quindi piegarla in 4 e mangiarla a panino in un colpo solo.

Questo esempio, che descrive l’”eureka adolescenziale”, ci aiuta a capire che da questo momento l’adolescente scopre l’esistenza di altre versioni possibili della realtà, altri punti di vista, altri modi di essere e stare in relazione, non solo quello che aveva osservato e appreso nella sua famiglia. 

Può, quindi, iniziare a costruire la versione originale di se stesso, integrando esperienze e costrutti passati con le esperienze che via via accumula nel suo zainetto.

Il percorso intrapreso in studio è proprio la scoperta di “come mangiamo la pizza” e se, questo nostro modo, deriva da un apprendimento in famiglia o da un mix di esperienze e apprendimenti. 

In particolare, attraverso la psicoterapia, ampliamo la gamma di possibili alternative, scoprendo che sebbene siamo il prodotto dei nostri genitori, tuttavia non siamo la loro fotocopia

Ciò significa che, se anche nelle prime fasi di sviluppo fino all’adolescenza per poi approdare all’età adulta, abbiamo introiettato degli schemi di valori e regole, delle abitudini comportamentali abbiamo, tuttavia ad oggi, la libertà di decidere quali mantenere e quali abbandonare sulla base dell’utilità più funzionale a noi.

E tu come mangi la pizza? E’ il modo che hai imparato in famiglia? Ti sei mai chiesto se ci sono altri modi? Raccontami la tua esperienza e, se hai domande o curiosità, non esitare a contattarmi o scrivere qui.

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