Perché dovrei andare dallo psicologo?
Se ti stai chiedendo perché dovresti avere bisogno del mio supporto allora sei nella pagina giusta.
Qui troverai le domande più comuni che tante persone si sono fatte prima di accedere ai miei servizi.

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Per essere più consapevole di me stesso
“Ho avuto la possibilità di conoscermi meglio, più a fondo. Di riscoprire, soprattutto, le mie risorse e le mie potenzialità che credevo di non avere”
Per affrontare le mie paure
“Compresi che le mie paure, quelle che mi avevano attanagliato, erano un prodotto del mio passato, non una mia debolezza. La consapevolezza di questo passaggio mi ha dato la forza di affrontarle e sconfiggerle”
Per superare la rabbia verso…
“Sono entrata in studio con una rabbia profonda, inimmaginabile, quasi arcaica vorrei dire. Ripercorrendo la mia vita mi sono resa conto che quella rabbia si era originata per un quid pro quo. Sinceramente ora non so più cosa significhi, perchè me ne sono liberata.”
Per imparare a relazionarmi meglio con mio figlio
“Figli adolescenti difficili da capire. Iniziai il mio percorso psicoterapico con questa frase. Poi capii che dovevo essere io a cambiare punto di vista verso mio figlio. Il cambio di prospettiva mi ha reso libera dai miei stessi pregiudizi e dalle aspettative che appesantivano lui e anche me. Ora siamo liberi di vivere la nostra relazione”
Per migliorare il rapporto con i miei genitori
“A 45 anni non è facile cambiare idea. Dimenticare ciò che è successo. Perdonare. Invece ci sono riuscito. La psicoterapia mi ha aperto un mondo di possibili altri significati e mi sono accorto che avevo interpretato la mia infanzia, la mia adolescenza come vittima di genitori carnefici. Non era così. I miei genitori, a loro volta figli, hanno subito un’educazione limitante e restrittiva e, con me, hanno applicato ciò che avevano imparato. Non era colpa loro. Siamo tutti il frutto delle nostre esperienze passate. Sono riuscito a guardarli con occhi diversi e il nostro rapporto è cambiato. Stiamo bene insieme.”
Per affrontare lo stress lavorativo
“Il lavoro è sempre stato il mio unico obiettivo di vita. Il motivo per cui mi alzavo al mattino e l’ultimo pensiero prima di addormentarmi. Se cresci con l’idea che il lavoro descrive ed amplifica la tua identità, ne va di conseguenza che migliore è il lavoro, migliore sarai tu agli occhi degli altri. Questo però mi aveva accecato da tutto ciò che mi stava intorno e non mi aveva permesso di accorgermi delle semplici cose che riempivano di amore e tenerezza giornate lunghe, estenuanti, sempre uguali. Ora il lavoro fa parte della mia vita, perchè non mi posso permettere di non lavorare, ma non è più la mia unica ragione di vita. Almeno non mi identifico più nel lavoro. Io sono io, non il mio lavoro.”
Per riuscire a lavorare in team e relazionarmi con i colleghi
“Durante la terapia ho scoperto che mettevo in atto la profezia che si auto avvera. Ero così convinta di non piacere ai mie colleghi che un pò alla volta mi ero isolata nella mia postazione, evitando ogni contatto visivo o scambio comunicativo. Il problema era diventato ingestibile quando ci è stato richiesto un lavoro di team. Così è iniziato il mio percorso psicoterapico. Sono riuscita a comprendere perché anche da piccola le mie amicizie funzionavano solo se erano “esclusive”; mai grandi compagnie, solo un’amica alla volta. Il mio problema era gestire dinamiche gruppali perché di fronte al gruppo mi sentivo spaesata, incapace. Ora non è più così, ed è diventato facile anche mangiare una pizza col gruppo pilates!”
Per farmi degli amici
“Ero solo, il mio telefono non squillava mai, né un messaggio né una chiamata. I weekend erano sempre gli stessi. Ore ed ore davanti alla Tv. Non esisteva lo sport. Ero isolato in un mondo che era diventato la mia prigione. Una prigione che mi ero creato ma che odiavo terribilmente. Al di fuori erano tutti nemici, da tenere distanti perché pericolosi. Il nemico di me stesso ero io: io mi celavo dietro a mille giustificazioni accusando gli altri di egoismo, di menefreghismo. Io che negli anni mi ero rintanato in un mondo di solitudine e pregiudizi. In terapia ho ribaltato queste convinzioni e mi sono liberato da questa prigionia. Posso dire che vivere in relazione con gli altri è la cosa più bella che poteva accadermi”
Per riuscire a fare ciò che voglio fare
“Ho studiato quello che volevano i miei genitori, ho praticato gli sports che piacevano ai miei genitori, mi sono fidanzata con ragazzi che sceglievano i miei genitori. Mi sono ritrovata ad un terzo della mia vita che non ho mai preso una decisione per me stessa, non ho mai fatto una scelta secondo i miei desideri o sogni. Sono semplicemente il risultato delle aspettative genitoriali. Ed ora con un pugno di mosche in mano voglio ripartire. E l’ho fatto, sono ripartita da zero con la psicoterapia. Scoprendo che ho gusti, passioni, hobby, desideri, ma soprattutto ho la libertà di seguire i miei istinti, anche se a volte saranno sbagliati ma almeno sono miei e potrò dire “mea culpa” e non sentirmi più dire: “Te l’avevamo detto”
Per imparare a nuotare nel mondo della vita
“Sono riuscito a nuotare anche nei momenti di tempesta. Ho capito prima di tutto che potevo imparare a nuotare, riconoscendo le mie capacità e come metterle a frutto. Credevo di non avere capacità e invece ho scoperto che dentro di me avevo tante risorse. Queste capacità con la psicoterapia si sono consolidate dentro di me: ho affinato la tecnica e così sono riuscito a nuotare non solo per rimanere a galla, ma per affrontare anche i momenti difficili, il mare in tempesta”
Per accettarmi
“Ho capito come volermi più bene. Ripartendo dalle mie certezze ho percorso la strada delle mie incertezze. Il traguardo è stato la completezza di me stessa, con pregi e difetti. Apprezzata da chi mi vuole bene e stimolante per chi mi sta conoscendo. E allo specchio mi vedo anche un pò più carina.”
Per migliorare la mia relazione di coppia
“Lui si comporta come sua madre. Questo è stato l’incipit della terapia. Ho concluso che il mio posto di moglie non me lo ruberà nessuno, devo esserne io sicura e comportarmi da compagna di vita, non da figlia di mio marito. Il fantasma di mia suocera si è così dileguato”
Per imparare a gestire i conflitti nella coppia
“La terapia di coppia ci ha aiutato a conoscerci meglio, a capire il funzionamento dell’altro, a tradurre i nostri comportamenti, non come ripicche, ma come prodotto di apprendimenti passati. Ora è più semplice andare d’accordo e anche non arrabbiarsi facilmente.”
Per bastarmi ed essere indipendente
“Credevo di essere dipendente. Credevo di non poter far nulla senza il mio partner. Credevo che la mia vita e i miei progetti esistessero solo in funzione dei “nostri progetti”. Ora mi guardo allo specchio e riconosco me stessa, la vera me. E sono soddisfatta di questo risultato. Ora vivo la mia vita.”
